«Se riflettessi, allora sì che capiresti la duplice gravità
dell’aborto: con la limitazione della prole si mutila sempre anche la
vita dei genitori».
Padre Pio mi fece prendere una sedia, e disse: «Siediti e dimmi come ti regoli tu, quale confessore, in materia di aborti».
Dopo aver sentito scattare, come un campanello di allarme o per lo meno come un campanello importuno, questa domanda, desiderai maggiormente scappare via; ma capii che andandomene avrei peggiorata la mia situazione e rimasi, rassegnato a beccarmi una bella lezioncina. Feci comunque un’osservazione fuori posto: «Come frate non credo di avere il dovere di pormi simili problemi». «Assittete (Siediti)», ingiunse indicandomi la sedia.
Nel timore di essere redarguito per qualche eventuale mio difetto in materia di aborto e nel desiderio di svicolare per la naturale riluttanza a incassare rimproveri, dimentico o non curante del fatto che così rinunziavo a qualche notevole guadagno spirituale o mi giocavo addirittura il posticino in Paradiso, preferii affrontare l’argomento indirettamente. Gli rivolsi magnificamente gravido di minacce, una domanda frettolosa rivolta a lui, senza vergognarmi della meschinità del contrattacco inopportuno: «Padre, lei stamattina ha negato l’assoluzione per procurato aborto a una signora; perché è stato tanto rigoroso con quella povera disgraziata?».
Padre Pio mi fece prendere una sedia, e disse: «Siediti e dimmi come ti regoli tu, quale confessore, in materia di aborti».
Dopo aver sentito scattare, come un campanello di allarme o per lo meno come un campanello importuno, questa domanda, desiderai maggiormente scappare via; ma capii che andandomene avrei peggiorata la mia situazione e rimasi, rassegnato a beccarmi una bella lezioncina. Feci comunque un’osservazione fuori posto: «Come frate non credo di avere il dovere di pormi simili problemi». «Assittete (Siediti)», ingiunse indicandomi la sedia.
Nel timore di essere redarguito per qualche eventuale mio difetto in materia di aborto e nel desiderio di svicolare per la naturale riluttanza a incassare rimproveri, dimentico o non curante del fatto che così rinunziavo a qualche notevole guadagno spirituale o mi giocavo addirittura il posticino in Paradiso, preferii affrontare l’argomento indirettamente. Gli rivolsi magnificamente gravido di minacce, una domanda frettolosa rivolta a lui, senza vergognarmi della meschinità del contrattacco inopportuno: «Padre, lei stamattina ha negato l’assoluzione per procurato aborto a una signora; perché è stato tanto rigoroso con quella povera disgraziata?».