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mercoledì 25 novembre 2009

Dalle rivelazioni del Cielo ad una mistica tedesca Jiustine Klotz


Tutto quello che Justine Klotz sentì, o vide, durante molti decenni, venne scrupolosamente trascritto e custodito. In seguito, sempre agendo in obbedienza al suo confessore, ella potè informare anche altre persone di fiducia, in modo particolare i sacerdoti. 
Le fu anzi chiarito che i messaggi erano rivolti in prima linea proprio a loro.
I temi dei messaggi sono moltissimi. [...] Talora i messaggi riguardavano problemi attuali di vita religiosa e della Chiesa sui quali Gesù e Maria intervennero ripetutamente. 

Così, tra l’altro, l’aborto è stato indicato come il più grande delitto dei nostri tempi, per il quale l’umanità dovrà espiare molto.  Ecco alcune rivelazioni a riguardo:


Dalla Madre di DIO:

"Figlia, non giudicare. È l'orrore degli orrori! Così agisce il mondo.
Anche tali anime ricevono il Pane della Vita. Tu devi aiutare a scontare con l'espiazione.
Ce ne sono così pochi che ancora riflettono cosa significa strappare al corpo un figlio che DIO ha donato all'anima.
Come colpisce questo il Cuore di Mio Figlio, e Me, perché Io ne devo rispondere!
LasciateMi gridare a tutto il mondo: che cosa non ho fatto per preser­varvi da questo peccato! Questi sono peccati contro lo Spirito Santo. - Così grande è l'oltraggio! Morte nel grembo materno!
Molto al di sotto dell'animale, per come esso ama i suoi piccoli! Solo l'Atto d'Amore può salvarli!"
Da San Giuseppe:
"Tu puoi battezzare i bambini che non nascono.
Verrà intonato uno stormo di preghiere che gioverà anche a queste ani­mette
... Pregate un atto di consacrazione alla Madre del Signore. Io sono Giuseppe, il loro padre adottivo. "

Ru486. Stop alla procedura, tutto da rifare


Queste le conclusioni della Commissione Sanità del Senato. La discussione rinviata ad oggi

24 novembre 2009 - Stop alla Ru486. È questa la conclusione dell'indagine conoscitiva sulla pillola abortiva della Commissione Sanità del Senato. Le conclusioni, stilate dal presidente Tomassini, avrebbero duvuto essere approvate ieri, ma dopo l'anticipazione del sito www.aduc.it, che ha messo on line l'intero documento (in allegato) lunedì sera, è scoppiata la polemica. Ieri in commissione la senatrice Donatella Poretti ha presentato uno schema di documento alternativo, non condiviso dal Partito Democratico, che si è riservato di presentare a sua volta un terzo documento. La discussione e approvazione delle conclusioni dell'indagine è stata rinviata ad oggi.
Le conclusioni di Tomassini mettono sotto accusa la piena compatibilità della Ru486 con la legge 194 e l'utilizzo del misoprostolo come prostaglandina, il cui uso come abortivo è off label. «Poiché la procedura di immissione in commercio della specialità Mifegyne per mutuo riconoscimento fin qui seguita dall’AIFA non ha previsto la verifica della compatibilità con la normativa vigente, la Commissione Igiene e sanità propone di sospendere tale procedura per chiedere ed acquisire il parere del Ministero competente in materia, consentendo, ove si ritenga necessario, di riavviare la procedura dall'inizio. [...] Rispetto ai dubbi sui decessi a seguito di assunzione di RU486 o delle prostaglandine associate, e di fronte alle difficoltà di disporre di dati certi, si auspica una richiesta di arbitrato che riapra la discussione di merito sul rapporto rischi/benefici e ponga in essere una nuova istruttoria e deliberazione dell’EMEA».

La polemica
La sentarice Donatella Poretti già lunedì sera ha parlato di «uso improprio delle istituzioni», sottolineando come dalla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, la commissione Igiene Sanita' del Senato della Repubblica su un totale di 24 sedute, ben 16 le ha dedicate all'indagine conoscitiva sulla Ru486: «l'obbiettivo era, e resta, quello di interferire ed ostacolare il lavoro dell'Aifa. Infatti, nonostante le rassicurazioni, l'agenzia ancora non ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale la delibera di immissione in commercio del Mifegyne (RU486) dello scorso 30 luglio, nonostante il segretario dell'Aifa Guido Rasi sia stato incaricato dal Cda lo scorso 19 ottobre».
Nel suo schema di documento alternativo la Poretti sottolinea che è «compito della Conferenza Stato-Regioni stabilire le procedure e l’organizzazione sanitaria, garantendo le varie modalità di ricovero e di assistenza come previsto dalla legge 194, garantendo altresì la possibilità di scelta al medico, del metodo e delle modalità più idonee alle caratteristiche cliniche della donna» e che «la Commissione verificherà nei mesi immediatamente successivi all’immissione in commercio - non oltre procrastinabile, pena l'apertura di una procedura di infrazione a livello di Unione europea, o l'immissione forzata in base alla direttiva del mutuo riconoscimento - la necessità di realizzare nuove audizioni, nelle modalità che si riterranno più opportune, per monitorare come le Regioni si saranno organizzate per garantire il rispetto della legge».
Lunedì sera il sottosegretario Eugenia Roccella aveva replicato così: «le audizioni in Commissione hanno dimostrato la necessità di un’indagine parlamentare sulla materia. In particolare l’audizione dell’avvocato Vincenzo Salvatore, Direttore dell’Ufficio Legale dell’Emea, ha segnalato la necessità che l’Agenzia Italiana del Farmaco chiedesse al Ministero competente, prima di riunire il suo Consiglio di amministrazione, un parere di compatibilità fra l’utilizzo della Ru486 e la normativa italiana. Nessuna volontà quindi di ostacolare l’Aifa ma la necessità di rispettare pienamente la legge 194 e di stabilire quali siano le competenze dei diversi soggetti istituzionali coinvolti».

Scarica qui il documento dell'indagine: http://beta.vita.it/allegati/attach/36069

di Sara De Carli - http://beta.vita.it/news 

 

venerdì 13 novembre 2009

La pillola anticoncezionale


COME AGISCE

La pillola contraccettiva agisce grazie alla combinazione di piccole quantità di un estrogeno (generalmente etinilestradiolo) e di un progestinico, l'assunzione quotidiana di questi due ormoni inibisce gli eventi ormonali che inducono l'ovulazione.
Oltre a sopprimere l'ovulazione, la pillola è causa di meccanismi contraccettivi accessori che ne aumentano la sicurezza: provoca infatti l'ispessimento della mucosa cervicale rendendo così difficoltoso il passaggio degli spermatozoi attraverso la cervice e un assottigliamento dell'endometrio rendendo difficoltoso l'impianto di un eventuale embrione. (Fonte: Wikipedia)

MA NON TUTTI SANNO CHE....

La pillola anticoncezionale blocca l'ovulazione, quindi il concepimento.
In una percentuale di casi l'ovulazione avviene comunque, quindi può avvenire il concepimento.
La normale "pillola" ha gli stessi ingredienti della "pillola del giorno dopo" e quindi, qualora si formi un embrione, essa agisce inibendo l'impianto nell'utero ed espellendo l'embrione provocando un microaborto, che è un vero e proprio aborto provocato artificialmente.

Spacciatori d'aborto: Ora parte l'inchiesta di Nas e procura

Milano, dopo la denuncia sul mercato nero del Cytotec

Ricette false, più che medici compiacenti. Timbri contraffatti, firme di dottori dai nomi presi su Internet o inesistenti. E’ soprattutto questo ad alimentare il mercato nero del Cytotec, il farmaco antiulcera usato per procurare aborti e venduto clandestinamente in alcune stazioni del metrò di Milano. C’è un’inchiesta di Nas e procura del capoluogo lombardo, che sulla questione mantengono riserbo. Lo smercio su Internet esiste, ma pesa relativamente, spiegano i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni: «Chi si azzarda ad acquistare pastiglie di Cytotec sul web, come il Viagra o altri prodotti del genere - spiega il capitano Paolo Belgi, del nucleo di Milano - rischia di ritrovarsi con prodotti che nel migliore dei casi non hanno effetto o sono addirittura cancerogeni».
Le indagini, definite «avanzate», sono condotte in collaborazione con l’ordine dei farmacisti ai quali è affidato il compito di segnalare casi sospetti. «Il Cytotec si può avere solo con una ricetta medica non ripetibile - dice Andrea Mandelli, presidente dell’Ordine milanese e nazionale -, proprio come nel caso, ad esempio, della pillola del giorno dopo. Siamo i primi ad avere l’interesse a segnalare irregolarità: la prescrizione deve essere fatta dal medico di base che specifica nome e cognome del paziente. E il farmacista ha l’obbligo di conservare l’originale per sei mesi».
Ma la rete che rifornisce lo smercio clandestino c’è, ed è molto attiva. Ne approfittano soprattutto donne incinte, straniere, spesso clandestine, ma anche italiane, qualcuna molto giovane. Nel nostro Paese, nel 2008, gli aborti legali sono stati circa 120 mila, di cui 80mila da parte di donne italiane. Si stima - ma il numero esatto non lo conosce nessuno -, che gli interventi clandestini siano almeno 20mila, con un’impennata al Sud e tra le straniere. «Donne in carriera o in cerca di lavoro, studentesse minorenni, tutte italiane, vengono a chiederci se conosciamo qualcuno che offra “scorciatoie”», dice Caterina Fallanca, psicologa che lavora al Ced di Milano (Centro di educazione demografica), un consultorio laico dove, ogni giorno, arrivano 30, 40 donne in cerca di aiuto.
«Chiedono - racconta - se sappiamo come si recuperino le pillole di Cytotec o se conosciamo ambulatori clandestini, perché le liste d’attesa per una interruzione di gravidanza negli ospedali pubblici sono molto lunghe. Sette medici su dieci sono obiettori di coscienza e questo rallenta la formazione delle équipe». Si tratta, spesso, di donne preparate, che conoscono le possibilità previste dalla legge 194 e le conseguenze penali per chi non la rispetta. Eppure la fretta le rende pronte a rischiare. Come capita alle minorenni: «Vengono qui disperate, perché sono rimaste incinte e non sanno come fare - dice ancora Caterina Fallanca. Per quelle che sono sole, andare in tribunale ed essere ascoltate da un giudice tutelare, necessario per autorizzare l’intervento al posto dei genitori, è un ostacolo psicologico molto difficile da superare. Qualcosa di ben diverso, insomma, dal caso delle ragazze che vengono qui con la madre o il padre».

Nella rete dei consultori milanesi, però, il fenomeno preoccupa soprattutto chi segue le straniere: «Dicono di avere una gravidanza in atto e chiedono subito indicazioni sul Cytotec - spiega Graziella Sacchetti, ginecologa del «Centro di Salute e ascolto per le donne immigrate e i loro bambini» dell’ospedale San Paolo, a Milano, e che fa parte della Simm, società scientifica italiana di Medicina delle migrazioni -. Le donne vogliono sapere quante pastiglie bisogna assumere, a che ora del giorno e quali le controindicazioni e i rischi. Noi spieghiamo che la funzione del nostro centro non è spingerle all’aborto clandestino e insistiamo perché tengano il bambino. Se non le convinciamo indichiamo l’unica via percorribile: l’aborto legale in ospedale. Ma le straniere, spesso irregolari, temono la denuncia per clandestinità». Proprio com’è accaduto a Marilina, una filippina di 32 anni, che lavora a Milano come colf, senza libretti.
Nel suo Paese ha lasciato due figli e qui è nato il terzo. Alle operatrici del centro ascolto ha spiegato che far nascere quel bambino avrebbe significato perdere il posto. «Le abbiamo spiegato che avremmo potuto aiutarla a tenerlo - racconta la ginecologa - lei ha risposto che ci avrebbe pensato su e se n’è andata. Qualche giorno dopo è ricomparsa e ci ha detto: ho preso il Cytotec, me l’ha venduto un’amica. Oggi ho avuto una perdita, che cosa mi succederà?».


di Elena Lisa - Fonte: http://www.lastampa.it/ 
(Vedi altro articolo inerente a questo su http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200911articoli/49327girata.asp )


giovedì 12 novembre 2009

Filippine: Vescovi e cattolici filippini dicono no alla legge “pro – aborto”


Pressioni dell’Onu spingono il Congresso filippino a ridiscutere la Legge per la salute riproduttiva (Repruductive Health Bill). Questa prevede il controllo delle nascite e la diffusione di contraccettivi e pillole abortive. La Chiesa invita all’utilizzo di metodi naturali di pianificazione famigliare educando la popolazione a una cultura di responsabilità e amore.

Manila – “La Chiesa rifiuta l’aborto e i contraccettivi come soluzione al problema dell’incremento delle nascite”. È quanto affermano i membri della Conferenza episcopale filippina in risposta alla Legge di salute riproduttiva (Reproductive Health Bill) ripresentata al Congresso lo scorso 9 novembre per la sua approvazione definitiva. I vescovi annunciano che la “Chiesa continuerà a promuovere tra la gente i metodi di controllo naturali del suo Natural Family Programme (Nfp) per diffondere  tra la popolazione una cultura di responsabilità e amore”.
Il nuovo disegno di legge viene presentato dai membri del congresso dopo le pressioni dell’Onu, che in un rapporto, pubblicato il 30 ottobre, esprime “serie preoccupazioni” per l’alto tasso  di mortalità infantile e” la scarsa informazione tra i giovani dei metodi anticoncezionali”. Esso giudica la non approvazione della Reproductive Health come una “violazione dei diritti di donne e bambini” e invita il governo a compiere maggiori sforzi per la sua pronta applicazione". Il rapporto giudica la religione come principale ostacolo alla diffusione dei contraccettivi (preservativo, pillola abortiva, spirale intrauterina) che spinge le giovani madri a compiere aborti illegali (circa 400mila ogni anno).
“E’ un fatto che le gravidanze indesiderate causino aborti illegali – afferma mons. Josè Clemente Ignacio dell’arcidiocesi di Manila – ma perché dobbiamo considerare come unica soluzione la promozione dei contraccettivi che non sono sicuri e causano ancora più aborti?”. Per il prelato è proprio la finta sicurezza generata dagli anticoncezionali e l’aumento di rapporti sessuali e sesso libero la principale causa degli aborti”. Egli aggiunge che tutto ciò rende “la popolazione irresponsabile ed egoista e non risolve il problema”.
Al Congresso il dibattito sulla Reproductive Health è in corso da quattro anni e finora non ha mai raggiunto il quorum di 120 voti necessario per la sua approvazione. Ciò  grazie all’opposizione dei parlamentari cattolici e all’appoggio personale del presidente delle filippine Gloria Arroyo, che si è sempre detta contraria a politiche di pianificazione famigliare e all’aborto. La legge rifiuta l’aborto clinico, ma promuove un programma di pianificazione famigliare, che impedisce alle coppie di avere più di due figli. Pena, il pagamento di una sanzione e in alcuni casi il carcere. A sostegno del programma essa sponsorizza la diffusione in tutte le scuole e luoghi pubblici di pillole anticoncezionali, finora vietate per legge, preservativi e appoggia la sterilizzazione volontaria. Ciò per diminuire la crescita demografica considerata la principale causa dell’arretratezza del Paese.      


di Sanotsh Digal - Fonte: http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=16839&geo=5&size=A 


Cina: La strage degli innocenti



Con l'indifferenza verso la vita umana tipica dei governi comunisti, il regime cinese, sin dalla presa di potere sessant'anni or sono, ha adattato la sua politica demografica subordinandola alle necessità dell'economia. In un primo momento, introdotta la legge sul divorzio ed altre normative solo nominalmente a favore della donna (1950), aveva sollecitato il contenimento delle nascite. Poi si era rimangiato la parola negli anni del "Grande Balzo in avanti" (1956-57) e delle "Comuni Popolari" (1958) perché c'era bisogno di manodopera - «ogni bocca, due braccia», ricordava un adagio maoista dell'epoca - per lo sforzo di collettivizzazione volto a incrementare la produzione agricola e, soprattutto, industriale per superare «entro quindici anni - secondo gli ordini di Mao - la produzione di acciaio della Gran Bretagna».
Il risultato, invece, fu la disastrosa carestia del 1958-62 in cui perirono trenta milioni di persone. Dal 1979 ad oggi, trent'anni in cui la popolazione è lievitata da 700 milioni a oltre 1,30 miliardi, la politica è quella del figlio unico (un solo figlio per coppia e messo al mondo il più tardi possibile) ed è perseguita con particolare accanimento e ferocia.
Sterilizzazioni e aborti forzati, pestaggi, devastazione delle abitazioni, multe, sono alcune delle misure punitive a cui vanno incontro i trasgressori. Corollario di questa politica è la inevitabile preferenza delle coppie per il figlio maschio, non tanto per questioni ereditarie quanto per le superiori potenzialità lavorative. Così, come denuncia l'attivista per i diritti umani Harry Wu nel suo libro Strage di innocenti (Guerini e Associati, Milano 2009, pp. 185.€ 21,50), in Cina mancano milioni di bambine: uccise prima di nascere con aborti selettivi; eliminate, magari con la complicità di medici e paramedici delle strutture sanitarie; vendute anche per soddisfare la domanda di donne che, per un effetto perverso della stessa politica demografica, scarseggiano per gli uomini adulti.


Fonte: http://www.corrispondenzaromana.it/


mercoledì 11 novembre 2009

Nuova campagna per raccogliere un milione di firme contro l'aborto

Per chiedere all'ONU di difendere il concepito
WASHINGTON, martedì, 10 novembre 2009
Vari gruppi internazionali sono tornati a lanciare una campagna, promossa un anno fa, per raccogliere un milione di firme a sostegno del concepito e della famiglia.
L'Istituto di Politica Familiare, una delle entità coinvolte nell'iniziativa, ha spiegato a ZENIT che si cerca di far sì che gli Stati dell'ONU inizino a interpretare che la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo difende l'essere umano contro l'aborto e riconosce il matrimonio e il diritto dei genitori di educare i figli.
I promotori hanno ripreso l'esempio della Comunità di Sant'Egidio, che è riuscita a raccogliere un milione di firme con cui si è chiesta una moratoria dell'applicazione della pena di morte, il cui frutto è stata una risoluzione di successo dell'ONU in cui si è chiesta l'abolizione della pena capitale.
La campagna di raccolta firme a favore del concepito è iniziata come reazione contro il ptentativo dei movimenti pro-aborto che l'anno scorso hanno voluto approfittare del 60° anniversario della Dichiarazione per promuovere il diritto all'aborto.
Nella sua prima fase, è arrivata a raggiungere quasi 500.000 fime, ha reso noto uno dei gruppi promotori della campagna negli Stati Uniti, C-FAM.
Queste firme sono state presentate ad alcuni ambasciatori dell'ONU e durante una conferenza stampa delle Nazioni Unite trasmessa in tutta la sede dell'organizzazione.
Le persone interessate a sostenere l'iniziativa possono ora firmare la dichiarazione via Internet, ad esempio sulla pagina www.c-fam.org/campaigns/lid.3/default.asp.
Tra gli organizzatori della campagna figurano C-FAM, Concered Women for America, United Families International, la Federazione Polacca di Movimenti Pro-vita e l'Istituto di Politica Familiare, nonché alcuni politici.
Gli organizzatori hanno lamentato le pressioni che l'ONU ha ricevuto perché l'aborto e il matrimonio tra omosessuali siano considerati diritti e per la promozione della propaganda omosessuale nelle scuole di alcuni Paesi occidentali, anche contro la volontà dei genitori.
“Questo si oppone direttamente a ciò che i redattori della Dichiarazione Universale hanno voluto scrivere in essa e nei suoi accordi vincolanti promulgati nel 1966”, hanno segnalato.
Il modulo da firmare, in 19 lingue, ricorda che la Dichiarazione Universale è il raggiungimento di uno standard comune per tutte le persone e tutte le Nazioni.
Indica quindi che si deve dare una giusta considerazione al diritto alla vita di ogni essere umano, dal suo concepimento alla morte naturale, e che ogni bambino o bambina ha il diritto di essere concepito, di nascere e di essere educato nella sua famiglia, basata sul matrimonio tra un uomo e una donna.
Considera anche la famiglia il gruppo di unità naturale e fondamentale della società, e il diritto di ogni bambino o bambina di essere educato dai suoi genitori, che hanno la priorità e il diritto fondamentale di scegliere il tipo di educazione da dare ai figli.
La slovacca Anna Zaborska e l'italiano Carlo Casini, parlamentari dell'Unione Europea, hanno guidato in Europa una campagna simile a questa petizione pro-vita. Le loro richieste sono state consegnate al Parlamento Europeo l'anno scorso.


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