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mercoledì 11 novembre 2009

Nuova campagna per raccogliere un milione di firme contro l'aborto

Per chiedere all'ONU di difendere il concepito
WASHINGTON, martedì, 10 novembre 2009
Vari gruppi internazionali sono tornati a lanciare una campagna, promossa un anno fa, per raccogliere un milione di firme a sostegno del concepito e della famiglia.
L'Istituto di Politica Familiare, una delle entità coinvolte nell'iniziativa, ha spiegato a ZENIT che si cerca di far sì che gli Stati dell'ONU inizino a interpretare che la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo difende l'essere umano contro l'aborto e riconosce il matrimonio e il diritto dei genitori di educare i figli.
I promotori hanno ripreso l'esempio della Comunità di Sant'Egidio, che è riuscita a raccogliere un milione di firme con cui si è chiesta una moratoria dell'applicazione della pena di morte, il cui frutto è stata una risoluzione di successo dell'ONU in cui si è chiesta l'abolizione della pena capitale.
La campagna di raccolta firme a favore del concepito è iniziata come reazione contro il ptentativo dei movimenti pro-aborto che l'anno scorso hanno voluto approfittare del 60° anniversario della Dichiarazione per promuovere il diritto all'aborto.
Nella sua prima fase, è arrivata a raggiungere quasi 500.000 fime, ha reso noto uno dei gruppi promotori della campagna negli Stati Uniti, C-FAM.
Queste firme sono state presentate ad alcuni ambasciatori dell'ONU e durante una conferenza stampa delle Nazioni Unite trasmessa in tutta la sede dell'organizzazione.
Le persone interessate a sostenere l'iniziativa possono ora firmare la dichiarazione via Internet, ad esempio sulla pagina www.c-fam.org/campaigns/lid.3/default.asp.
Tra gli organizzatori della campagna figurano C-FAM, Concered Women for America, United Families International, la Federazione Polacca di Movimenti Pro-vita e l'Istituto di Politica Familiare, nonché alcuni politici.
Gli organizzatori hanno lamentato le pressioni che l'ONU ha ricevuto perché l'aborto e il matrimonio tra omosessuali siano considerati diritti e per la promozione della propaganda omosessuale nelle scuole di alcuni Paesi occidentali, anche contro la volontà dei genitori.
“Questo si oppone direttamente a ciò che i redattori della Dichiarazione Universale hanno voluto scrivere in essa e nei suoi accordi vincolanti promulgati nel 1966”, hanno segnalato.
Il modulo da firmare, in 19 lingue, ricorda che la Dichiarazione Universale è il raggiungimento di uno standard comune per tutte le persone e tutte le Nazioni.
Indica quindi che si deve dare una giusta considerazione al diritto alla vita di ogni essere umano, dal suo concepimento alla morte naturale, e che ogni bambino o bambina ha il diritto di essere concepito, di nascere e di essere educato nella sua famiglia, basata sul matrimonio tra un uomo e una donna.
Considera anche la famiglia il gruppo di unità naturale e fondamentale della società, e il diritto di ogni bambino o bambina di essere educato dai suoi genitori, che hanno la priorità e il diritto fondamentale di scegliere il tipo di educazione da dare ai figli.
La slovacca Anna Zaborska e l'italiano Carlo Casini, parlamentari dell'Unione Europea, hanno guidato in Europa una campagna simile a questa petizione pro-vita. Le loro richieste sono state consegnate al Parlamento Europeo l'anno scorso.


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