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domenica 18 ottobre 2009

AVVENIRE SU RU486: "Non si può aprire la porta all'aborto casalingo"


(AGI) - CdV, 18 ott. - L'Aifa (agenzia italiana del farmaco) non si assuma ''la responsabilita' ultima di trasformare definitivamente l'aborto, grazie a una semplice pillola, in estremo metodo anticoncezionale.
Ogni decisione portera' ''una firma con nome e cognome''. Lo scrive Avvenire in un editoriale intitolato ''La morte a domicilio non e' una scelta 'tecnica''', pubblicato a firma del caporedattore Francesco Ognibene. Per il giornale della Cei, se i membri del cda dell'Aifa omettessero di riferirsi esplicitamente alla legge 194 per ''scrivere chiaro e tondo che l'aborto chimico e' soggetto al regime di ricovero ordinario (e non di un generico ricovero senza alcuna specifica, escamotage per dare il via libera a una domiciliazione incontrollata), allora l'Italia senza nemmeno accorgersene aprirebbe la porta all'aborto casalingo''.
''I signori dell'Aifa - si chiede Avvenire - vogliono rendersi complici di un simile scempio? Intendono dare il via libera di fatto alla banalizzazione dell'aborto e creare le premesse per un'esplosione, senza alcuna possibilita' di controllo, di questo dramma nel nostro paese? Ritengono di ergersi a titolari di un potere tecnocratico indifferente a ogni considerazione etica?''.

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