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«Io ho 23 anni e mi definirei molto negligente sulla protezione. Io sono la madre di tre bambini anche se sono stata incinta più volte. Io sarei un ipocrita se negassi di essere stata pro-choice. Io pensai che la pillola abortiva fosse un modo più benigno di terminare la gravidanza e così usai quel metodo. Ricordo di aver letto sulle istruzioni che poiché la gravidanza era appena all’inizio, non ci sarebbe stato alcun embrione visibile e sarebbe sembrato come un normale ciclo.
questa è la foto che ho scatto io stessa: http://www.parrocchie.it/correggio/ascensione/ru486_pillola_assassina.htm
Quelle informazioni mi furono confermate poi sia dal tecnico delle ecografie, sia dal responsabile del consultorio. La gravidanza era alla settima settimana. Dopo avere bevuto il methotrexate, io tornai casa con una prescrizione per antidolorifici e un pacchetto di tavolette di misoprostol.
Cinque giorni più tardi come da istruzioni, io ingerii le tavolette ed aspettai. Alcuni ore più tardi sopraggiunsero dei crampi severi e cominciarono così come delle perdite di “tessuto di gravidanza”. Mentre mi pulivo, notai qualche cosa di argenteo attaccato al tessuto. Guardai più da vicino quanto basta per comprendere che io stavo fissando il mio bambino abortito. Io potevo distinguere la prominenza del suo torace dove solo sei giorni fa, un cuore aveva battuto. Gli occhi stavano cominciando già a formarsi. Nessuno mi aveva avvertito che ciò poteva accadere, anzi, mi era stato detto che non sarebbe potuto accadere. Non sarò mai più la stessa.»
(Sabrina)
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