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mercoledì 21 ottobre 2009

Oklahoma: proposta di legge mette a nudo le donne


Il nuovo disegno legislativo sull’aborto in Oklahoma, impone che tutti i medici pubblichino online i dati sensibili delle donne che hanno subito aborti. Tale proposta di legge ha causato molte critiche nel mondo femminile, interpretata come un tentativo per dissuadere le donne dall’interruzione della gravidanza.

La legge sanziona come crimini penali imponendo anche la perdita di licenze mediche a tutti quei medici che si rifiuteranno di conformarsi alla legge.
Secondo quanto dichiarato dal rapporto statistico della legge sull’Aborto, il disegno impone a tutti i medici di schedare informazioni concernenti la paziente come l’età, stato civile, livello di educazione, numero di precedenti gravidanze, prezzo e tipo di aborto subito, e il rapporto con e tra i genitori, tutto questo stabilito dal Dipartimento della Salute.

Sebbene non sia richiesto il nome della paziente, il modulo pone 37 domande dettagliate sulla condizione personale della donna. Secondo i contrari all’iniziativa basterebbero solo le prime otto domande per identificare una donna che vive in uno delle piccole comunità dello stato.

Le donne che hanno abortito sono considerate assassine da molte persone e il fatto di pubblicare su un sito i dati di donne che vivono in città che contano 200 persone dove la maggior parte sono minorenni, è un vero problema che viola un diritto fondamentale qual è la privacy. Ciò risulta essere quindi incostituzionale perché va contro un diritto fondamentale della Costituzione che è la violazione della privacy.

Lora Joyce Davis, rappresentante di un gruppo contro la proposta di legge, che ha avviato un’azione legale per bloccare la messa in atto della legge, ha definito la legge come l’equivalente di mettere a nudo una donna in pubblico, in un’intervista rilasciata alla ABC News.

Infatti, è proprio come se si spogliasse una donna in pubblico, nel senso metaforico del termine, ma per intendere che con tutte queste domande dettagliate, per quanto il modulo possa essere anonimo, non sarebbe difficile identificare una persona, soprattutto nelle piccole comunità.

Lora Joyce Davis e un’altra donna stanno collaborando con il Centro per i Diritti Riproduttivi per annullare o almeno ritardare l’implementazione della legge che entrerà in atto a tutti gli effetti dal primo novembre e il sito di consultazione medica, delle schede “anonime” sarà disponibile dal primo marzo del 2010.
L’organizzazione, lo scorso mese, è riuscita a far decadere una legge del 2008 ritenuta incostituzionale.

Tale legge poneva restrizioni all’accesso all’aborto, obbligando le donne che richiedevano l’aborto a sottoporsi ad un’ecografia e i medici a descrivere loro le immagini nei minimi dettagli, fino a contare anche il numero delle dita della mano o dei piedini del bambino.

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