(ANSA) MILANO, 27 ottobre 09
La pillola RU486 per l'interruzione volontaria di gravidanza rischia di "mettere fretta alla donna", e di non darle abbastanza tempo per riflettere sulle sue scelte. A dirlo è Paola Marozzi Bonzi, fondatrice e direttrice del Centro di aiuto alla vita, che da 25 anni opera nella Clinica Mangiagalli di Milano, il più grande punto nascita della Lombardia. "Nessuno alla Mangiagalli fa il tifo per la RU486 - dice Marozzi Bonzi - non c'è questa premura di sperimentarla. C'è invece molta attenzione alla donna, e vorremmo far sì che ci sia una situazione più consona perchè possa scegliere liberamente. Trovo però che con la pillola abortiva ci sia un allontanarsi dalla legge 194 sull'interruzione di gravidanza: con la somministrazione della RU486, rispetto a ora ci sarà per la donna meno tempo per riflettere rispetto ai 7 giorni previsti dalla legge 194. E' quasi come mettere fretta alla donna". L'arrivo imminente della pillola, il cui ok definitivo sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 19 novembre, per ora non ha aumentato il numero di richieste alla Mangiagalli. "Al momento le cose non sono cambiate, ma secondo noi questo non è un passo avanti - conclude Marozzi - perchè la donna viene ricacciata nella solitudine, e questo ci spaventa. Per il momento l'uso della pillola sarà in ospedale, ma temiamo che per il futuro solo la somministrazione sarà in ospedale, e poi la donna sarà rimandata a casa, dove è sola".
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