Le associazioni antiabortiste spagnole non rinunciano ad azioni eclatanti nella campagna contro la legge di riforma varata dal governo Zapatero e all'esame del Congresso: riproduzioni in plastica di feti di 14 settimane di gestazione sono state inviate per posta al re Juan Carlos e a ogni membro della Casa reale, inclusi i nipotini del monarca.
È l'originale forma con cui l'associazione, autonominatasi “Bebè-Aido”, intende sollecitare il monarca a intervenire presso il Congresso dei deputati perché rimandi al governo il progetto di legge di riforma dell'aborto. Quest'ultimo depenalizza l'interruzione volontaria di gravidanza nel termine di 14 settimane di gestazione, estendibili a 22 in caso di malformazioni del feto e grave rischio per la salute psico-fisica della donna. Consente, inoltre, alle adolescenti a partire dai 16 anni di abortire senza consenso dei genitori. Con i feti di plastica, “i re potranno avere nelle loro mani un esemplare di vita umana in formazione che potrebbe restare completamente spogliata di protezione nelle prime 14 settimane di vita”, afferma la portavoce del movimento anti-abortista, Beatriz Molina, in un comunicato.
Il gruppo “Bebè-Aido” prende il nome dalle affermazioni fatte nel maggio scorso dalla promotrice della riforma, la ministra all'Uguaglianza, Bibiana Aido, per la quale un feto di 13 settimana “è un essere vivo, ma non un essere umano”.
Nelle scorse settimane, il gruppo anti-abortista distribuì feti di plastica ai 450 deputati del Congresso, agitandone alcuni contro la ministra Aido, e ai membri del Consiglio di Stato, che si è pronunciato a favore della riforma.
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